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4. Ascoltare e amare

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OscarLepore
view post Posted on 28/6/2011, 01:31




Ascoltare e amare

“Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 'Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.
Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno'. E diceva: 'Chi ha orecchi per intendere intenda!'. Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: 'A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché:
guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato'.
Continuò dicendo loro: 'Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole?
Il seminatore semina la parola.
Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.
Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno'.” (Mc 4, 2-20).

State attenti a come accogliete! Da questa Parola si capisce che ascoltare e avere un terreno buono, cioè essere miti e umili nell'accogliere l'insegnamento, è una cosa sola, e che solo se ascolti bene e accogli o perlomeno metti in pratica, la Parola fa frutto nella tua vita e ti guarisce. Siamo così abituati ad avere mille cose in tutti i modi dal mondo, al giorno d'oggi, che siamo diventati aridi e indifferenti per le cose veramente importanti, quelle che riguardano la nostra vita eterna. Se aveste provato ad essere tribolati dai demoni non sareste certo indifferenti a certe cose!

“Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: 'Qual è il primo di tutti i comandamenti?'. Gesù rispose: 'Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi'” (Mc 12, 28-31).

La prima cosa che Gesù comanda è “Ascolta Israele”, lo dice per prima cosa, e al posto di quell'Israele ci puoi mettere il tuo nome, perché è dall'ascolto che Gesù dice, nella parabola del seminatore, che sei capace di dare frutto, a volte il trenta, a volte il sessanta, a volte il cento per uno, man mano che cresci. “Non capite questa parabola, come capirete le altre parabole?” (Mc 4, 13); cioè “se non capisci che devi essere umile e accogliere con cuore attento la Parola, come capirai Dio e le sue cose?”. La chiave di tutte queste cose è in come accogli la Parola. Devi praticare per risorgere, almeno praticare, o resterai schiavo del peccato in questa vita, anche se sarai un cristiano salvabile e buono. Non capirai però il di più che il Signore voleva darti. Basta accogliere bene per portare frutto, ha detto Gesù, perché la Parola è Viva essendo Gesù stesso, il Verbo di Dio, e cresce in te a poco a poco affinché tu sia in grado di praticarla al momento giusto. Dio è grande, ci rende anche capaci di fare quello che ci chiede.

Altra cosa è il saper ascoltare gli altri. Non ci dobbiamo relazionare con gli altri come se gli dovessimo risolvere qualcosa noi, dico noi, non dico Dio in noi, ciò è opprimere. È per questo che molti cristiani tendono ad avere poco ascendente sugli altri e a volte anche allontanarli dalla fede. Non lasciano passare la Grazia! Si mettono in mezzo col loro cercare di convertire invece di accogliere l'altro come un dono dal cielo. “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? Come puoi dire al tuo fratello: 'Fratello, lascia che io tolga la pagliuzza che hai nell'occhio, mentre tu stesso non vedi la trave che è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dall'occhio la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello” (Lc 6, 41-42). Invece di amare la persona reale con cui abbiamo a che fare, guardiamo in noi un'immagine deformata di essa che impedisce all'Amore di Dio di scorrere attraverso noi sulla persona reale!

Mia madre non la sapevo neanche abbracciare. Quando ho imparato a dire la preghiera “Padre ti ringrazio per mia madre così com'è, la accetto così com'è”, i problemi sono caduti perché ho cominciato ad amare la persona con cui avevo a che fare e non quella che volevo io, secondo il mio schema di mamma ideale! Non solo ora ci abbracciamo, ma anche scherziamo e siam contenti di stare insieme. Noi cerchiamo che tutti siano secondo quello che vorremmo, per deciderci a stare in pace, ma dobbiamo solo accogliere l'altro nella novità di vita e rinunciare ai nostri schemi perché la gioia sgorghi dal cuore!

Inoltre bisogna essere capaci di ascoltare gli altri, senza troppe frette, perché è accogliendo l'altro, dandogli un posto nel nostro cuore, che Dio può risolvere in quel momento i suoi problemi e farlo sentire amato, perché “Dio è Amore” (1Gv 4, 8). Se noi non ci ribelliamo interiormente, siamo in ascolto, e produciamo frutto, anche solo che la persona si sentisse finalmente ascoltata da qualcuno. Permettiamo a Dio di agire.

Altra cosa ancora è che bisogna imparare ad ascoltare col cuore la Presenza del Padre. Lui c'è. All'inizio io sentivo come fossi dentro Lui, come un pesciolino è dentro l'acqua. Ora è così normale l'essere in Lui che cerco di stare alla Sua presenza come se fosse una persona presente come voi. Ho imparato molto stando davanti al tabernacolo, dove Gesù è presente, ascoltando la Sua Presenza. Mettetevi lì, in una chiesetta vuota (non è difficile trovarne) e fate silenzio. Quando vi sentite interiormente silenziosi e accoglienti direte “Gesù, parlami”, e ascolterete. Il vostro obiettivo è entrare nell'ascolto di Dio, della Sua Presenza, in tutto il creato. Se saprete fare silenzio sarete felici. Per questo serve pregare.

Amare è essere accoglienti e umili, è essere ascoltatori, non è una serie di cose da fare. Con il proprio io bisogna mettersi da parte, per accogliere il mistero.
 
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